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Visualizzazione dei post da novembre, 2025

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Il Papa a Nicea e un'immagine scolpita nella mente

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Oggi papa Leone, nel breve discorso tenuto a Nicea nei pressi degli scavi archeologici dell'antica Basilica di San Neofito ha posto l'Incarnazione alla radice della dignità dell’uomo e della fraternità fra le persone. Se Dio s’incarna l’uomo “s’indìa”, con un neologismo coniato da Dante e ripreso da Leopardi. Ha detto il Papa: “Negando la divinità di Cristo, Ario lo ridusse a un semplice intermediario tra Dio e gli esseri umani, ignorando la realtà dell’Incarnazione, cosicché il divino e l’umano rimasero irrimediabilmente separati. Ma se Dio non si è fatto uomo, come possono i mortali partecipare alla sua vita immortale? Questo era in gioco a Nicea ed è in gioco oggi: la fede nel Dio che, in Gesù Cristo, si è fatto come noi per renderci partecipi della natura divina. […] Nel Credo Niceno professiamo la nostra fede «in un solo Dio Padre»; tuttavia, non sarebbe possibile invocare Dio come Padre se rifiutassimo di riconoscere come fratelli e sorelle gli altri uomini e donne, anch’...

Ecumenismo, a Venezia per ricordare il solco tracciato da Paolo VI e Athenagoras

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Il prossimo 2 dicembre, nella città lagunare, si terrà una celebrazione per i 60 anni dalla eliminazione delle scomuniche fra cattolici e ortodossi alla presenza del presidente della Cei, cardinale Zuppi, e del metropolita Polykarpos, arcivescovo ortodosso d’Italia ed esarca per l’Europa meridionale Fu uno dei momenti più significativi dell’epilogo del Concilio Vaticano II: la Dichiarazione comune di Papa Paolo VI e del Patriarca ecumenico Athenagoras I, «per togliere dalla memoria e nel mezzo della Chiesa le sentenze di scomunica dell’anno 1054», fu letta il 7 dicembre 1965 da uno degli artefici di quell’intesa, ovvero monsignor Johannes Willebrands, all’epoca segretario del Segretariato per l’unità dei cristiani. Contemporaneamente il testo veniva proclamato nella chiesa del Fanar a Istanbul. Sessant’anni dopo, l’abolizione delle scomuniche tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli verrà celebrata dalla Conferenza episcopale italiana e dalla Sacra arcidiocesi ortodoss...

L’Apocalisse non come fine, ma come rivelazione del senso

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Il Cristo che viene - e che giudica - non separa la storia in vincenti e perdenti, ma dischiude un futuro a chi non ne vede più uno. Il suo giudizio è promessa: “io verrò e abiterò in mezzo a voi”.  La sua parola rimette in piedi la dignità schiacciata e restituisce agli uomini il senso del tempo come  attesa feconda , non come cronaca che scivola via. Cristo giudice: non tribunale, ma rivelazione. Nell’Avvento, la Chiesa contempla il Figlio dell’uomo che torna “con gloria”. Non un giudizio che pesa le colpe soltanto, ma un giudizio che rimettere ordine tra ciò che è menzogna e ciò che è umano, tra ciò che umilia e ciò che custodisce, tra ciò che divora e ciò che genera. Cristo giudice rivela ciò che già siamo chiamati a diventare. Giudica togliendo le maschere, non togliendo la speranza. Per questo, nel Credo, la Chiesa proclama una verità che è insieme escatologica e presente:  “verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti”  - cioè  per...

A caccia di Hamas a Gaza

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T ra un’accusa e l’altra di violazione del cessate-il-fuoco, schierati in prima linea con uniformi diverse – alcuni in nero, altri in mimetica, con volto e testa coperti – ci sono gli uomini di Yasser Abu Shabab, leader palestinese delle Israeli-backed Popular Forces. Obiettivo della nuova missione: dare la caccia a Hamas nei tunnel.  Il gioco si è capovolto: dall’essere nel mirino dell'organizzazione islamista perché considerati traditori, ora sono loro a braccarli. Proprio in quei tunnel dove da settimane i miliziani di Hamas sono intrappolati e chiedono alle autorità internazionali di garantire loro la possibilità di uscire senza la pistola israeliana puntata addosso. Così, lo Stato ebraico ha delegato il compito di stanare il gruppo islamista a una milizia che conosce perfettamente la Striscia e i suoi tunnel – senza violare ufficialmente il cessate-il-fuoco e senza rischiare le vite dei propri soldati, dunque (ulteriormente) la pace sociale interna. Un...

G20&COP30: Il peso di Trump

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Com’era prevedibile, la COP30 in Brasile e il G20 in Sudafrica si sono svolti in sordina e all’insegna della cautela. Ha prevalso una gestione difensiva da parte delle rispettive presidenze – ambiziose appena un anno fa – aggravata da assenze di peso che hanno fatto molto rumore. In un mondo sempre più frammentato e imprevedibile, infatti, sono i rapporti bilaterali, soprattutto quelli tra Washington e Pechino, e le strategie di sicurezza nazionale ed economica a dettare il ritmo internazionale. Il risultato è la difficoltà di perseguire un’agenda comune in mancanza di una leadership credibile. Ora la palla passa rispettivamente alla Turchia col supporto australiano (per la COP) e agli Stati Uniti (per il G20). COP30 in Brasile: promesse disattese e nuovi equilibrismi Continua a leggere → di  Alberto Prina Cerai ,  ISPI    G20 in Sudafrica: evitato il peggio  Continua a leggere → di  Rocco Ronza ,  Università Cattolica e ISPI

Tra petrolio e oro. Le ultime cartucce di Mosca per non fallire

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  Nelle ore in cui Usa ed Europa lavorano a un piano di pace il più equo possibile e che abbracci anche le istanze dell’Ucraina, i numeri raccontano la grave e profonda crisi dell’economia russa, che potrebbe anche agevolare i negoziati. Oltre un terzo delle entrate da idrocarburi sono ormai evaporate, mentre Cina e India fanno asse nel ridurre le forniture dall’ex Urss. La quale comincia a piazzare sul mercato il proprio oro (Fonte: Formiche)

Non sappiamo quale effetto avrà l’ultimatum di Trump su di noi

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Non sappiamo quale effetto avrà  l’ultimatum di Trump a Zelensky. Difficilmente più di una fragile tregua negoziale. O forse l’occasione per il presidente americano di rovesciare il tavolo e lasciare che sia il campo di battaglia a decidere.  Ovvero a sancire il non troppo graduale crollo del fronte ucraino. E il conseguente rovesciamento del regime, minato dalla corruzione endemica che gli amici americani d’improvviso riscoprono come arma di pressione contro Zelensky.  Se la guerra continua nessuno può illudersi di governarla. E tutti devono temere che possa coinvolgerli sempre meno indirettamente. Noi italiani compresi.   Rischiamo di finire in un meccanismo del quale non avremo alcun controllo perché deciso altrove da chi si gioca tutto e non ha quindi alcun interesse a tener conto di noi.  Siamo o almeno possiamo sembrare un’isola felice, ma non disponiamo affatto di una polizza vitalizia contro la guerra. Da popolo di pensionati contiamo su immaginarie...

Fenice: una decisione punitiva del Consiglio di Indirizzo? Il tentativo di dividere i lavoratori?

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Ecco come il Consiglio di Indirizzo fa una sua prima ritorsione sui lavoratori per aver espresso un dissenso. Dubito che senza la presa di posizione contro l'imposizione di un Direttore Stabile senza che questo abbia mai messo piede in Teatro e dal curriculum non all'altezza dei suoi predecessori, ci sarebbe stata ugualmente questa decisione fatta dietro il ventaglietto (non il paravento) delle compatibilità di bilancio: sono una fola visto il tesoretto che c’è da parte. Può piuttosto essere un tentativo di dividere i lavoratori. Per me è vergognoso   

"Io salvo tutti"!

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  Questo disegno l’ha fatto un bambino di 7 anni oggi dopo aver ascoltato l’Evangelo ( Lc 25,35-43 ) . I genitori lo hanno invitato a farlo durante l’omelia per dire quello che aveva capito…

Guardando le immagini della manifestazione di Bologna

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L a prima cosa che colpisce è la totale assenza delle bandiere della pace e mi chiedo se queste manifestazioni hanno ancora qualcosa a che fare per la ricerca e il sostegno di una pace giusta e per la convivenza tra israeliani e palestinesi.  A mio avviso non sono neppure più manifestazioni a sostegno unidirezionale pro palestinesi perchè contestano anche l'Autorita' palestinese ed i paesi arabi che sostengono il piano di pace approvato dall'ONU. Chiamiamole per quello che sono. Sono manifestazioni pro-Hamas . Mi augurerei che la parte del movimento proPal prenda le distanze da queste frangie violente e non accetti più di fare manifestazioni in comune. Chiedo troppo oppure ... ( BiGio )

A 30 anni da Dayton, la pace incompiuta nella Bosnia ed Erzegovina

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Gli accordi di pace firmati il 21 novembre 1995 nella località degli Stati Uniti hanno creato un Paese unitario per i tre popoli costitutivi, sulla base di una complessa architettura istituzionale che fatica ancora oggi a garantire un pieno funzionamento. Non mancano le tensioni tra Sarajevo e la Repubblica Srpska, l'entità serba chiamata al voto domenica 23 novembre Il conflitto  in Bosnia  si concluse con  un bilancio di oltre 100.000 morti e due milioni di profughi.  Una guerra fatta di innumerevoli atrocità perpetrate da tutte le parti in conflitto.  Ma a distanza di 30 anni qual è l’impatto odierno dell’accordo di Dayton? https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2025-11/balcani-pace-accordi-dialogo-bosnia-minoranze.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

Cercare le “differenze” di tono e di contenuto per comprendere le distanze …

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I lavoratori : “ Siamo qui perché possiate vedere i volti e ascoltare le voci di chi ogni giorno fa vivere questo teatro con passione e dedizione. La Fenice è un bene comune,  patrimonio della città e del Paese, e le scelte fondamentali devono nascere dal dialogo, dal merito e dalla condivisione. La cultura non si impone dall’alto: si costruisce giorno dopo giorno insieme ”.   Il Sovrintendente : «(I volantini)  Non mi disturbano. I lavoratori possono fare quello che vogliono. Ho vietato la lettura all'interno perché questo messaggio è consumato, le posizioni sono conosciute. Non si può stancare il pubblico. Se poi i lavoratori vogliono leggere il loro messaggio a chi sta fuori sono liberi di farlo».  Ma come uscire da questo muro contro muro? «Riusciremo a sistemare tutto. Mi auguro che la cosa si risolva appena l'orchestra conoscerà Beatrice Venezi. È una persona affabile: sono certo che saprà farsi apprezzare per le sue doti umane e professionali. È un ottimo dire...

Fenice, la città, la cultura

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Fenice, la città, la cultura   Un mio pensiero in merito a quanto sta accadendo.  Siamo di fronte ad una imbarazzante posizione delle Istituzioni cittadine e nazionali che per partito preso non intendono comprendere che non sono loro i “padroni” assoluti del Teatro La Fenice, fatto che gli permetterebbe di decidere sulle spalle non tanto dei lavoratori (e sarebbe già grave), ma su quelli di una Istituzione culturale che è patrimonio comune dei suoi utenti, della città, dell’intera comunità civile non solo italiana ma internazionale.  Il Teatro è sì una “fabbrica”, ma non nel senso che la intende Brugnaro, non è una catena di montaggio né un’officina meccanica, tanto meno un’azienda del tipo di quella con le quali ha fatto soldi a palate. Se venisse gestita con quei criteri crollerebbe in poco tempo. Per fortuna fra pochi mesi cessa il suo ruolo di Sindaco e pure di Presidente della Fondazione. Il lavoro che fa grande un Teatro lirico-sinfonico si basa sulla stima e la col...

Papa Leone alla Cei conferma e appoggia la sinodalità

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"Ciò che conta è che, in questo stile sinodale, impariamo a lavorare insieme e che nelle Chiese particolari ci impegniamo tutti a edificare comunità cristiane aperte, ospitali e accoglienti, nelle quali le relazioni si traducono in mutua corresponsabilità a favore dell’annuncio del Vangelo." https://www.chiesacattolica.it/assemblea-generale-il-discorso-di-papa-leone-ai-vescovi/?fbclid=IwY2xjawOMTT1leHRuA2FlbQIxMQBicmlkETFyajI2UkpLTnlyN3h4ZkNSc3J0YwZhcHBfaWQQMjIyMDM5MTc4ODIwMDg5MgABHmhskvyVgmC66ZKO6vUHr382XbfOhpOptDZJvwOqFIso5mpD5FKXpWaFilrP_aem_nd4cZwvyHLbMQuFAkcUnUQ

Come la società Israeliana paga il prezzo della "vittoria"

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" La   guerra ha avuto un notevole impatto economico , ma il peggio deve ancora arrivare” affermano all’Inss (Institute for national security studies) di Tel Aviv. Nell’immediato pesano soprattutto l’assenza di turisti e l’isolamento internazionale, compresi i boicottaggi accademici che penalizzano ricerca e sviluppo, pilastro dell’economia israeliana. Un settore già colpito dalla fuga di cervelli dopo il 7 ottobre 2023: nel primo anno di guerra il numero di lavoratori del settore tecnologico espatriati ogni mese è aumentato di circa il 45%, arrivando a quasi 500 persone.  Figure altamente specializzate di un’economia piccola e innovativa, difficili da rimpiazzare.   (Fonte: Limes )

In una situazione di crisi umanitaria continua, l'ONU ha detto "sì" ma ...

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In quasi 80 anni di conflitto tra israeliani e palestinesi, sono tante le risoluzioni emesse dall’ONU e quasi tutte sono di fatto rimaste lettera morta. Nonostante ciò, nel negoziato bisogna continuare a credere, valorizzando anche i più piccoli passi in avanti. Nelle trattative su quest’ultima risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza l’inserzione in itinere del riferimento, seppur vago e impreciso, all’autodeterminazione dei palestinesi e alla loro futura statualità è cruciale per due motivi: per ottenere l’appoggio del mondo arabo-musulmano e per arginare l’estremismo di chi, in Israele, vuole affossare definitivamente la soluzione dei due Stati ( Caterina Roggero , ISPI Senior Research Fellow)

Hamas denuncia la truffa della Fratellanza Musulmana, spariti i fondi per gli aiuti

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Mezzo miliardo di dollari. È la somma che, secondo il ricercatore egiziano Maher Farghali, la Fratellanza Musulmana avrebbe sottratto alle donazioni destinate alla popolazione di Gaza Al centro dello scandalo c’è la fondazione Waqf al-Ummah – Ummet Vakfı, attiva in Turchia dal 2013 e legata ai Fratelli Musulmani. Farghali aggiunge che, nonostante lo scandalo, Waqf al-Ummah avrebbe avviato in questi giorni una nuova campagna di marketing su larga scala, con il coinvolgimento di figure mediatiche vicine ad Al Jazeera, studiosi religiosi, canali satellitari e conferenze in Turchia, tutte mirate a raccogliere ulteriori donazioni. ( Fonte: Moked )

Bangladesh, condanna a morte per l’ex premier Hasina

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L’ex primo ministro del Paese asiatico, 78 anni, attualmente esule in India, è stata condannata alla pena capitale da un tribunale di Dacca con l’accusa di aver ordinato la violenta repressione delle proteste dell’estate 2024, in cui persero la vita oltre 1.500 persone. Stessa sentenza anche per l'allora ministro degli Interni

Vivere e morire con dignità: un dibattito interessante

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La guerra premia chi non la fa

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La differenza fra la Cina e l’America è che i cinesi non sono in vena suicida, gli americani sì . Nella  competizione per il primato  mondiale Pechino avanza anche da ferma perché Washington arretra sparandosi sui piedi mentre cerca di  rifarsi grande  con un paese depresso e spaccato. L’errore capitale degli Stati Uniti è di aver spinto la  Russia nelle braccia della  Repubblica Popolare . Estricarla da quell’abbraccio, come vorrebbe Trump, e volgerla contro la Cina oggi non è realistico.  Articolo di Lucio Caracciolo per La Repubblica di Domenica 16 novembre

STOP ATTACCHI HOUTHI. TREGUA NELL’INDOMED

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Gli Houthi, i ribelli indipendentisti del nord dello Yemen, hanno comunicato la sospensione dei loro attacchi contro Israele e contro le navi commerciali nel Mar Rosso a seguito del cessate il fuoco a Gaza, ponendo potenzialmente fine a oltre due anni di interruzioni al commercio marittimo globale.  In una lettera senza data pubblicata online e indirizzata all’ala militare del gruppo palestinese Hamas, le Brigate Qassam, gli Houthi hanno suggerito che la loro campagna di attacchi fosse “per ora” terminata. È una notizia enorme, “per ora” https://mailchi.mp/formiche/litalia-si-affaccia-nellindo-pacifico-7268526?e=0225c88c7b

A URNE CHIUSE L'IRAQ È PIÙ DIVISO DI PRIMA

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Gli iracheni hanno votato l’11 novembre per eleggere il nuovo parlamento, il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio dei ministri.    Il passaggio costituzionale  dal voto al governo   richiederebbe all’incirca quattro mesi ma, come dimostra la storia dell’ultimo ventennio, discordie e tensioni all’interno e tra i maggiori blocchi politici possono ritardare la formazione del nuovo esecutivo anche di un anno. I motivi della dilazione sono da ricercare soprattutto nella democrazia consensuale che è prevalsa in Iraq fin dal 2005, data della prima elezione post-Saddam Hussein svoltasi durante l’occupazione americana del paese, nella frammentazione politica e in un contesto regionale in cui l’Iran si è ritagliato un ruolo preminente negli affari iracheni trasformando in amico il vicino un tempo ostile. (Fonte ISPI)

Domani domenica 16 novembre si celebra la Giornata Mondiale dei Poveri

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Domani domenica 16 novembre si celebra la Giornata Mondiale dei Poveri  Un appuntamento che cade nel cuore dell’anno giubilare, come un invito a “gettare di nuovo le ancore della nostra fede nelle profondità della vita reale, dove abitano le fragilità e germoglia la speranza”, si legge in una nota pubblicata sul sito della  Caritas Italiana “Oggi è importante per me ricordare a tutti noi che il povero non è solo colui che manca del necessario, ma colui che vive l’esperienza del limite, della precarietà, della dipendenza da altri”, scrive in un messaggio per la giornata l’arcivescovo di  Napoli , il card.  Mimmo Battaglia  aggiungendo che ... https://www.acistampa.com/story/32453/dalle-diocesi-domani-si-celebra-la-giornata-mondiale-dei-poveri?utm_campaign=ACI%20Stampa&utm_medium=email&_hsenc=p2ANqtz-_g80lB9YX6x0QKKlx0KmuRWJPXoV4rZkCKGGYdRDNgHKBepVOrkD6Wq5p3rYqj7N49aiFhbIn83Yuw7thOKP9gkj9Aiw&_hsmi=390078295&utm_content=390078295&utm_source...

In aumento le famiglie povere: +43% in dieci anni

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IL RAPPORTO ISTAT In Italia la povertà assoluta coinvolge oggi una quota sempre più ampia della popolazione. Secondo i dati Istat, il 9,8% degli italiani - oltre 5,7 milioni di persone e 2,2 milioni di famiglie (8,4% dei nuclei) - vive in condizioni di indigenza. Negli ultimi dieci anni il fenomeno è cresciuto in modo significativo: il numero di famiglie in povertà assoluta ha registrato un +43,3%, segno di un processo di radicamento che ha reso la povertà una componente strutturale del tessuto sociale nazionale, riferisce il Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale in Italia, presentato ieri all'Università Roma Tre in vista della Giornata mondiale dei poveri. Le rilevazioni della rete Caritas confermano e approfondiscono le tendenze evidenziate dai dati ufficiali, mostrando come alla povertà economica si affianchi spesso una più ampia vulnerabilità sociale e relazionale delle persone. Nel 2024 i Centri di Ascolto Caritas hanno sostenuto 277.775 famiglie, pari al 12% di qu...