A caccia di Hamas a Gaza

Tra un’accusa e l’altra di violazione del cessate-il-fuoco, schierati in prima linea con uniformi diverse – alcuni in nero, altri in mimetica, con volto e testa coperti – ci sono gli uomini di Yasser Abu Shabab, leader palestinese delle Israeli-backed Popular Forces. Obiettivo della nuova missione: dare la caccia a Hamas nei tunnel. 


Il gioco si è capovolto: dall’essere nel mirino dell'organizzazione islamista perché considerati traditori, ora sono loro a braccarli. Proprio in quei tunnel dove da settimane i miliziani di Hamas sono intrappolati e chiedono alle autorità internazionali di garantire loro la possibilità di uscire senza la pistola israeliana puntata addosso. Così, lo Stato ebraico ha delegato il compito di stanare il gruppo islamista a una milizia che conosce perfettamente la Striscia e i suoi tunnel – senza violare ufficialmente il cessate-il-fuoco e senza rischiare le vite dei propri soldati, dunque (ulteriormente) la pace sociale interna.

Un recente video apparso sui social mostra un miliziano di Hamas che, secondo Abu Shabab, sarebbe stato arrestato nei tunnel insieme ad altri tre compagni e che finirà imprigionato dalle Forze armate israeliane (Idf) dopo aver fornito dettagli sulle attività del gruppo. Che sia vero o che si tratti di una semplice mossa di deterrenza rimane in dubbio.

Eppure nonostante la bandiera della Palestina sul braccio, alcune testimonianze locali suggeriscono che gli uomini delle Israeli-backed Popular Forces rapiscano i palestinesi di Gaza visti come una minaccia da Israele per trasferirli nelle prigioni dello Stato ebraico. Ciò è in evidente contrasto con l’intenzione dichiarata del gruppo di Abu Shabab di salvare i civili e la Palestina. Un’intenzione che è diventata quasi proposta concreta nel momento in cui, recentemente, gli Stati Uniti hanno fornito il loro sostegno all’idea di istituire a Gaza quelle che definiscono “comunità alternative sicure” (Asc), come parte di un piano israelo-americano che sembrerebbe dividere l’enclave palestinese in una “zona verde” sotto controllo dello Stato ebraico e una “zona rossa”.

Probabilmente, Abu Shabab spera di farsi ritrarre a breve con la fascia da sindaco mentre inaugura le nuove Asc di Gaza, ma come in una partita a scacchi è solo un pedone che avanza sperando di essere promosso a regina nella strategia israeliana.

Commenti

Post popolari in questo blog

Fenice, la città, la cultura

Hamas denuncia la truffa della Fratellanza Musulmana, spariti i fondi per gli aiuti

L’Apocalisse non come fine, ma come rivelazione del senso