Non sappiamo quale effetto avrà l’ultimatum di Trump su di noi
Non sappiamo quale effetto avrà l’ultimatum di Trump a Zelensky. Difficilmente più di una fragile tregua negoziale. O forse l’occasione per il presidente americano di rovesciare il tavolo e lasciare che sia il campo di battaglia a decidere. Ovvero a sancire il non troppo graduale crollo del fronte ucraino. E il conseguente rovesciamento del regime, minato dalla corruzione endemica che gli amici americani d’improvviso riscoprono come arma di pressione contro Zelensky. Se la guerra continua nessuno può illudersi di governarla. E tutti devono temere che possa coinvolgerli sempre meno indirettamente. Noi italiani compresi. |
Rischiamo di finire in un meccanismo del quale non avremo alcun controllo perché deciso altrove da chi si gioca tutto e non ha quindi alcun interesse a tener conto di noi. Siamo o almeno possiamo sembrare un’isola felice, ma non disponiamo affatto di una polizza vitalizia contro la guerra. Da popolo di pensionati contiamo su immaginarie rendite illimitate che di norma servono più gli assicuratori che gli assicurati. Nella fattispecie, poi, il garante americano ha smesso di garantire chiunque dovendo anzitutto garantire sé stesso. (Tra parentesi: era così anche prima, ma per tacito accordo che conveniva a tutti, nemici compresi, si faceva finta di nulla.) Un computo puramente ragionieristico ci conferma scadute le ragioni della nostra sicurezza. È scaduta l’Alleanza Atlantica, forma strategica dell’impero europeo dell’America, sotto il cui ombrello abbiamo goduto dei migliori ottant’anni della nostra vita unitaria. Lucio Caracciolo |
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