Il Papa a Nicea e un'immagine scolpita nella mente

Oggi papa Leone, nel breve discorso tenuto a Nicea nei pressi degli scavi archeologici dell'antica Basilica di San Neofito ha posto l'Incarnazione alla radice della dignità dell’uomo e della fraternità fra le persone. Se Dio s’incarna l’uomo “s’indìa”, con un neologismo coniato da Dante e ripreso da Leopardi.

Ha detto il Papa: “Negando la divinità di Cristo, Ario lo ridusse a un semplice intermediario tra Dio e gli esseri umani, ignorando la realtà dell’Incarnazione, cosicché il divino e l’umano rimasero irrimediabilmente separati. Ma se Dio non si è fatto uomo, come possono i mortali partecipare alla sua vita immortale? Questo era in gioco a Nicea ed è in gioco oggi: la fede nel Dio che, in Gesù Cristo, si è fatto come noi per renderci partecipi della natura divina. […] Nel Credo Niceno professiamo la nostra fede «in un solo Dio Padre»; tuttavia, non sarebbe possibile invocare Dio come Padre se rifiutassimo di riconoscere come fratelli e sorelle gli altri uomini e donne, anch’essi creati a immagine di Dio”.
Ma c’è un'immagine che rimarrà scolpita nella mia mente: quella della Basilica che sta riemergendo dalle acque del lago di Nicea.
Questa chiesa era stata edificata attorno al 390 d.C. in memoria di un uomo martirizzato ai tempi di Diocleziano nel 303: san Neofito. Neo-fito (dal greco) corrisponde a ri-nato (dal latino) e significa “Nato di nuovo dal Battesimo” e la struttura a U sul lato meridionale è proprio un battistero, con anche il canale di adduzione dell’acqua. Neofito: germogliato di nuovo, fiorito a nuova vita, innestato in una natura nuova.
Venne poi il terremoto che nel 740 fece crollare questa chiesa. Poi arrivò anche il progressivo innalzamento del livello del lago che la sommerse. Che profonda eloquenza, dunque, in questo suo riemergere dalle acque. Ne restano le fondamenta, ma i muri sono crollati. In questo c’è una pro-vocazione a me, a noi. La stessa che percosse san Francesco: “Va e ripara”. La stessa cantata da C.S. Eliot:
Nei luoghi deserti
noi costruiremo con nuovi mattoni.
Dove i mattoni sono crollati
noi costruiremo con nuove pietre.
Dove le travi sono marcite
noi costruiremo con nuovo legno.
Dove la parola non è pronunciata
noi costruiremo un nuovo linguaggio.
C’è un lavoro comune
e una fede per tutti,
un compito per ognuno,
ogni uomo ha il suo lavoro
(Roberto Filippetti)

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