Cercare le “differenze” di tono e di contenuto per comprendere le distanze …
I lavoratori:
“Siamo qui perché possiate vedere i volti e ascoltare le voci di chi ogni giorno fa vivere questo teatro con passione e dedizione. La Fenice è un bene comune, patrimonio della città e del Paese, e le scelte
fondamentali devono nascere dal dialogo, dal merito e dalla condivisione. La
cultura non si impone dall’alto: si costruisce giorno dopo giorno insieme”.
Il Sovrintendente:
«(I volantini) Non mi disturbano. I lavoratori possono fare quello che vogliono. Ho vietato la lettura all'interno perché questo messaggio è consumato, le posizioni sono conosciute. Non si può stancare il pubblico. Se poi i lavoratori vogliono leggere il loro messaggio a chi sta fuori sono liberi di farlo».
Ma come uscire da questo muro contro muro? «Riusciremo a sistemare tutto. Mi auguro che la cosa si risolva appena l'orchestra conoscerà Beatrice Venezi. È una persona affabile: sono certo che saprà farsi apprezzare per le sue doti umane e professionali. È un ottimo direttore d'orchestra. Ora è impegnata a dirigere a Buenos Aires, ma conto che possa venire presto. Abbiamo quasi un anno prima che la nomina diventi operativa. Certo l'accoglienza finora non è stata delle migliori. È stata fatta una guerra del tutto inusuale, per giunta a una donna, una ragazza di 35 anni. Incomprensibile».
… i primi parlano di lavoro condiviso, di passione e dedizione che sono le basi per eventi di alto livello culturale. Il Sovrintendete vale la pena di ascoltare queste sue parole dal TG3 Veneto del 20 novembre sera. Il tono è mellifluo tra un etero padre/padrone che tratta i lavoratori come dei bambini e di una guerra “inusuale” fatta per giunta – udite udite – “a una ragazza di 35 anni!”.
Ma è davvero così o ci fa? Non capisce (lui con Brugnaro) che in questo modo solo inaspriscono gli animi? È questo il loro obiettivo?
Al di là di loro gli altri non capiscono proprio nulla? L’appoggio ai lavoratori della Fenice dato dal Teatro Lirico di Cagliari che secondo Colabianchi avrebbero apprezzato la Venezi, significa quello che lui vuol far passare?
L’opinione di ex Sovrintendete che afferma di aver dato un’occasione alla Venezi ma che poi “nessuno ha sentito la necessità di richiamarla”, significa nulla?
Che Uto Ughi scriva tutte le sue perplessità su questa scelta per la Fenice, è anche questa l’opinione di un vetero comunista come tutte le maestranze della Fenice?
PS: chi conosce anche solo un po’ Uto Ughi sa che gli si può assolutamente dare qurell’epiteto.
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