Oggi papa Leone, nel breve discorso tenuto a Nicea nei pressi degli scavi archeologici dell'antica Basilica di San Neofito ha posto l'Incarnazione alla radice della dignità dell’uomo e della fraternità fra le persone. Se Dio s’incarna l’uomo “s’indìa”, con un neologismo coniato da Dante e ripreso da Leopardi. Ha detto il Papa: “Negando la divinità di Cristo, Ario lo ridusse a un semplice intermediario tra Dio e gli esseri umani, ignorando la realtà dell’Incarnazione, cosicché il divino e l’umano rimasero irrimediabilmente separati. Ma se Dio non si è fatto uomo, come possono i mortali partecipare alla sua vita immortale? Questo era in gioco a Nicea ed è in gioco oggi: la fede nel Dio che, in Gesù Cristo, si è fatto come noi per renderci partecipi della natura divina. […] Nel Credo Niceno professiamo la nostra fede «in un solo Dio Padre»; tuttavia, non sarebbe possibile invocare Dio come Padre se rifiutassimo di riconoscere come fratelli e sorelle gli altri uomini e donne, anch’...